La godibilità di un'opera d'arte, sia essa pittorica, letteraria o musicale, non corrisponde
al suo valore immutato nel tempo, ma caso mai a differenti modi d'uso e di
"captazione" che corrisponde alle diverse personalità di chi giudica
l'opera.
Le sensibilità evocate non sono immutabili nemmeno nello
stesso artista che si fermi ad assaporare il proprio operato a distanza di
tempo.
Desidero portarvi un piccolo esempio:
molti anni fa spinta da un’emozione negativa personale,
dipinsi una donna manovrata dalla mano di un ipotetico burattinaio, senza
entrare nel merito del risultato tecnico peraltro abbastanza discutibile,
cercai di imprimere sulla tela la mia sensazione di
frustrazione nel vivere il rapporto con chi cercava
di scegliere per me la strada da percorrere.
Il quadro trovò subito un estimatore che con molta
probabilità si trovava in situazione empatica col mio sentire, ma può anche
darsi che invece l’emozione generata in lui avesse un' altra radice, forse si
identificava nel burattinaio, oppure i
colori rosso bruni adoperati evocavano in lui situazioni piacevoli da ricordare
o ancora, chissà, era quello che cercava da tempo per armonizzare la parete
del salotto col divano rosso!
Rividi la stessa opera a distanza di una decina d’anni, la mia
tecnica nel frattempo si era parecchio affinata per cui fui quasi tentata di
disconoscerla.
L’ho rivista qualche mese fa a distanza di altri dieci anni
e ho notato cose che non avevo io stessa notato mai: una certa rigidità della
figura femminile che ha subito suscitato in me
una emozione rinnovata e adeguata al mio vivere attuale: io rigida
perché non mi faccio manovrare.
Ecco quindi perché nessuno può dire a un altro con cosa alimentare la propria
anima, sia esso un dipinto, sia una poesia o una musica.
Non esiste una università che possa darci un titolo per
acquisire maggior gusto rispetto ad altre persone.
Posso restare indifferente davanti a un affresco del Tiepolo oggi e domani sentirmi rapita dal giallo di un suo drappeggio; oggi mi emoziono a sentire un’opera verdiana, domani voglio emozionarmi con Lucio Battisti.
Posso restare indifferente davanti a un affresco del Tiepolo oggi e domani sentirmi rapita dal giallo di un suo drappeggio; oggi mi emoziono a sentire un’opera verdiana, domani voglio emozionarmi con Lucio Battisti.
Ergersi a giudice della espressività umana senza mettere in conto le oscillazioni del
gusto equivale alla pretesa di uniformare la società a un unico sentire: il
proprio.